
E sì, ancora siamo in piena estate, ma dopo ferragosto chi pratica calcio nei settori giovanili si sà! Inizia a ripulire gli scarpini da calcio e a fare l’idea che il nuovo campionato si avvicina, e si avvicina la preparazione e il ritorno in campo.

È vero, lo stato d’animo è ancora sintonizzato sull’indolenza della siesta estiva, eppure i giovani sportivi non sfuggono al richiamo di ciò che per loro non è solo una grande passione ma, alla loro età, rappresenta un valido nutrimento per la loro auto affermazione.
Qualsiasi sia il loro talento, sia se fanno parte di una società professionistica o militano in una società dilettantistica non cambia in loro la trepidazione per la nuova stagione che presto inizierà.

E allora come possiamo aiutarli a intraprendere un nuovo anno di calcio al meglio?
Ecco alcuni spunti:
– Suggeriamo loro di iniziare ad assemblare il materiale per allenarsi quando ne hanno voglia e senza forzature.
Esortiamoli a farlo allo stesso modo di come si sono impegnati a fare la valigia prima di andare in vacanza. Del resto anche un nuovo campionato è come un nuovo viaggio, e di certo pensare di tornare a calpestare un campo di calcio, rivedere i compagni di squadra è fonte di entusiasmo e emozione.
Per mettersi in viaggio c’è bisogno della nostalgia di qualcosa.
Susanna Tamaro
– Sarebbe auspicabile che inizino ad allenarsi evitando di usare gli scarpini da calcio nuovi di zecca.
Parlo degli scarpini acquistati proprio per sancire l’inizio di una nuova stagione. I piedi con l’estate si sono abituati alle infradito e gli scarpini usurati del precedente anno sportivo sono certamente più morbidi e adattati alle forme del proprio piede. Magari i nuovi si possono iniziare a mettere dopo qualche giorno…

– Evitate di parlare continuamente della prossima stagione facendo pronostici o commenti.
Sia se a farlo siete voi allenatori, sia se siete voi genitori il rischio è di appesantire questo momento che invece per loro dovrebbe essere una piacevole ripresa concentrata su se stessi (l’acquisizione di una buona forma fisica e la giusta mentalità) e sullo stabilire un efficace spirito di gruppo. Lasciamo agli atleti e alle atlete la libertà di crearsi le proprie aspettative e di porsi i propri scopi. Mi rivolgo soprattutto a voi genitori: se in questo momento, così come dopo i primi giorni di allenamento, vi sfugge un commento sul loro modo di allenarsi o sulla bravura di altri compagni di squadra rispetto alla loro, il rischio potrebbe essere quello di ledere le loro convinzioni di successo e la loro autostima. Mentre l’adolescente deve credere assolutamente di poter brillare e di conseguenza avere la motivazione di trovare da solo la strada per farlo.
– Fate in modo che intorno a loro, quando si allenano, palpino senso di stima e un clima sereno.
È ciò di cui si dovrebbero occupare soprattutto gli allenatori: per iniziare una nuova stagione nel modo migliore dovreste partire non solo curando la proposta tecnica degli allenamenti, ma piuttosto stabilendo con ogni ragazzo un rapporto individualizzato, e alimentando le circostanze che favoriscono l’unione del gruppo squadra. Come ha affermato Johan Cruijff: “Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano”. Noi psicologi siamo in campo in virtù di questo, e in questo caso ciò che ci spetta sottolinearvi è che per un atleta ricevere sin da subito le attenzioni del proprio mister lo fa sentire riconosciuto come persona e valorizzato, ed è in tal modo che si stabiliscono i presupposti di una comunicazione empatica tra voi e loro.

– Esortiamoli a riconoscere i loro tempi di ripresa, a sentire i loro muscoli che fanno male e il fiato più corto rispetto a quando correvano in campo alla fine dello scorso campionato.
Vale a dire lasciamoli concentrarsi sui loro gesti e movimenti liberamente. Devono imparare sin da subito a concentrarsi sulle loro sensazioni, sia per riconoscere i segnali del corpo se sopraggiunge un problema, si per imparare a concentrarsi su di sé in modo da non farsi distrarre dalla tribuna che mormora o da tanti altri elementi di disturbo da cui è bene che rimangano lontani. Noi psicologi per questo facciamo esercitare i ragazzi alla pratica della mindfulness.

E ora un ultimo suggerimento a voi, cari allenatori e genitori. Ricordatevi sempre che gli atleti involontariamente possono diventare un vostro strumento per autoaffermarvi. In realtà siete voi un loro strumento per la loro autoaffermazione. Non dimenticarlo mai!
